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3000 OPERE E MANUFATTI PER PROMUOVERE L'INTERAZIONE TRA L'ARTE CONTEMPORANEA E L'ARTE DELLE "ALTRE" CULTURE NELLA MODALITÀ OBJECT/SPECIFIC

3000 OBJECTS AND WORKS OF ART TO PROMOTE INTERACTION BETWEEN CONTEMPORARY ART AND THE ART OF "OTHER" CULTURES IN OBJECT /SPECIFIC MODE

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Arte Moderna e Contemporanea Arte sciamanica dell'Eurasia Arte persiana dal '700 al '900 Tappeti figurati orientali Feltri e yurta del Centro Asia Oggetti cerimoniali dell'Africa Maschere Kukeri della Bulgaria
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COLLEZIONI

Avvertenza: le immagini delle opere e dei manufatti della collezione FSP saranno progressivamente disponibili su questo sito nelle rispettive sezioni.

Le collezioni della FSP consistono in una raccolta di 3000 opere d’arte e manufatti provenienti dai Paesi extraeuropei. Esse sono l'espressione degli interessi che il Fondatore ha maturato nel corso dei quarant'anni di attività professionale, il segno e il senso delle ricerche e degli studi etno-antropologici intrapresi, la traccia dei viaggi compiuti e degli incontri casuali che si sono trasformati in sincere amicizie e solide collaborazioni.
Nello spirito della FSP, le collezioni vengono incrementate attraverso nuove acquisizioni, donazioni e depositi.

  • Arte moderna e contemporanea
    Una sezione composita. Ci sono opere che documentano il reperimento presso i rispettivi eredi di corpus significativi che altrimenti avrebbero rischiato lo smembramento: è il caso delle 700 tavole di progetto per le scenografie prodotte da Virgilio Marchi per il cinema italiano dal 1935 al 1959; o dei 300 disegni e oli di Carlo Belli, dagli anni Trenta il teorico dell'arte astratta secondo Kandinskij; o ancora delle xilografie e dei bozzetti plastici di Renato Di Bosso, futurista veronese. Ci sono opere che attestano la storia della produzione di artisti con cui il Fondatore ha condiviso buona parte della propria carriera, come Emilio Isgrò e Franco Vaccari, o di quelli che a suo avviso non sono stati sufficientemente valorizzati, come Wladimiro Tulli e Giuseppe Desiato. E ancora opere che testimoniano il suo impegno nella promozione di produzioni innovative, come nel caso degli artisti cinesi, russi o africani.
  • Arte sciamanica dell'Eurasia
    La raccolta di questi manufatti ha inizio nel 2000, quando si reca a Jakutsk, città nel nord-est della Siberia e capitale della Sacha-Jacuzia, in occasione di un convegno di Studi Sciamanici al quale è invitato da Mihály Hoppál, presidente  dell'International Society for Shamanistic Research (ISSR). Per la prima volta, entra così in contatto con gli sciamani siberiani e acquisisce alcuni oggetti dei loro corredi rituali: costumi, tamburi e altri "parafernalia". Da allora, numerosi sono stati i viaggi non solo in Siberia, ma anche in Russia, Cina, Mongolia, Corea e Alaska, durante i quali approfondisce gli studi sull'argomento e incrementa la collezione reperendo i corredi sia dagli sciamani che attraverso il mercato antiquario locale.
  • Arte popolare persiana dal '700 al '900
    Questa raccolta si deve al fortuito incontro nel 2001 con Herman Vahramian: intellettuale poliedrico e artista nato a Teheran da genitori armeni, dalla fine degli anni Cinquanta è milanese d'adozione, dove si è spento nel 2009. Fondatore nel 1977 dell'Istituto per la ricerca sulle culture non dominanti (I/Com), Vahramian, ancora attiva la Galleria Contemporanea Arti e Culture di Milano, propone una mostra di arte popolare persiana appartenente ad un collezionista armeno. La mostra viene allestita presso il Castello di Belgioioso, Pavia, nel 2003. La collezione è stata acquisita in varie fasi nel corso degli anni successivi e incrementata attingendo dal mercato antiquario e dalle case d'asta.
  •  Tappeti figurati orientali   |   Feltri e yurta del Centro Asia 
    Di queste due raccolte, mentore è Enrico Mascelloni. Curatore indipendente di libri e mostre, scrittore, viaggiatore, la sua grande passione per le produzioni artistiche non occidentali e per i tessuti ha motivato e guidato dal 2001 Sergio Poggianella verso nuovi interessi collezionistici. In sua compagnia, i viaggi in Pakistan, Uzbekistan, Kazakistan, Kirghizistan, Xinjiang, Cina e Mongolia hanno permesso di creare un nucleo significativo di feltri di cultura nomade, di tappeti con la rappresentazione del mondo e delle città, dei cosiddetti "tappeti di guerra" o "war rugs", di quelli con i ritratti degli uomini di potere. Il nucleo iniziale dal 2003 si è incrementato di una cospicua raccolta di manufatti tessili e ceramici prodotti negli anni della Rivoluzione Culturale in Cina con i ritratti di Mao Zedong e Lin Biao; di cultura nomade, recentemente è stata acquisita una yurta degli anni Quaranta circa, con arredi inclusi.
  • Oggetti cerimoniali dell'Africa
    Marionette e maschere Bamana del Mali, maschere Gelede dei regni Yoruba (Nigeria, Benin, Togo), colon Baulé della Costa d'Avorio e feticci di varia provenienza: manufatti del secolo scorso, alcuni più antichi, altri più recenti, tutti di grande interesse antropologico perché testimoniano la forte relazione tra l'arte tradizionale in Africa e l'arte contemporanea. Circa 300 manufatti provenienti dall'Africa, sia dal mercato antiquario (ad esempio, le maschere Bamana) che da quello turistico (ad esempio, i colon Baulé).
  • Maschere Kukeri della Bulgaria
    Sono state realizzate nel 2003 da Vasil Dimitrov, uno dei più grandi maestri del rituale bulgaro del Kukeri e conosciuto in occasione della "mascherata invernale di fertilità" a Yambol nello stesso anno. Commissionategli espressamente da Sergio Poggianella per il valore documentario rispetto ad una tradizione ancestrale che accomuna i Paesi dai Balcani alle Alpi, con una forte similarità rispetto al "carnevale" propriamente detto in Trentino.
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